Spina Christi
3 - L'occhio con le mosche
Questo quadro era di dimensioni modeste, una tela di circa 20 cm di altezza per 30 di lunghezza, ed anch'esso era privo di cornice. V'era dipinto con poche pennellate, lisce ma vigorose di colori ad olio, l'occhio del nostro Signore.
L'occhio (nello specifico, l'occhio sinistro) occupava l'intera tela, e attorno v'era soltanto la pelle del viso, prossima a svanire, dissolta dalla luce.
Mi si chiederà: "come si può esser sicuri che l'occhio rappresentato sia proprio quello di Cristo?"
Ebbene, quell'occhio era un lago di paura, e nel caldo marrone dell'iride bruciavano le fiamme di tutti i peccati, con un intensità che solo un Dio svuotato della sua divinità può provare; era insomma un occhio d'uomo, anzi l'occhio dell'Uomo stesso.
Ci volle un considerevole sforzo di volontà per distogliere lo sguardo dalla pupilla: per infiniti istanti sembrò nutrirsi del mio sguardo, avido di confondersi con me, di possedere ogni mio respiro! Ancora oggi provo un brivido al solo ricordo, paura infinita ed un sordo rimpianto.
A far da contraltare al peso della pupilla, nell'angolo in basso a sinistra, in prossimità del lacrimatoio, passeggiava una mosca, nera e grassa come le fuliggine. Passeggiava, colorando di rosso l'occhio, rompendo i capillari come un suonatore d'arpa accarezza le corde; passeggiava come si passeggia sul corpo inanimato di un ghiacciaio.
Eppure l'occhio - benché vivo, benché mai così vivo - non riusciva a liberarsi dell'insidioso insetto. Pareva attenderlo, desiderarlo, d'un desiderio perverso, di contagio.
martedì 5 gennaio 2010
L'occhio con le mosche
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
e Gesù: desiderio un tubo, prova ti a mandar via una mosca con le man inciodade.
Posta un commento