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lunedì 1 luglio 2013

Due preghiere

L'incensiere

Il suo corpo era avvolto da un velo di seta bianca. Era talmente fino che in alcune pieghe lasciava intravvedere il suo corpo, completamente nudo. Non era nè volgare nè provocante. La sua era una bellezza troppo profonda: semmai, era una vista dolce e commovente, come un'opera d'arte, o un'antica reliquia. Così, inginocchiata ed assorta, pareva una sposa, e su di lei quel bianco lenzuolo diveniva più prezioso del più ornato degli abiti nuziali.
La testa era reclinata, nascosta sotto il candido manto, ripiegato ed avvolto come se fosse un cappuccio. Le sue labbra erano nascoste, ma si capiva che si muovevano lungo le sillabe d'una preghiera. Le mani uscivano dal velo come due germogli di bucaneve dopo l'inverno. Erano congiunte, si sfioravano appena, con un gesto di fragilissima delicatezza. I suoni della sua preghiera si raccoglievano nell'incavo fra i palmi, e lì riecheggiavano, come se esitassero dentro un vaso di cristallo. Ne usciva un fumo di luce azzurra, che tracciava un'indecifrabile danza di curve nell'aria prima di salire e dissolversi.

Il rosario
Il legno d'abete scoppiettava nel focolare in pietra, riempiendo la stanza d'un profumo a metà fra l'incenso delle chiese ed il fumo dell'inferno. S'era fatto buio già da un po', e quella delle fiamme era l'unica fonte di luce dell'intera stanza. I vecchi travi in legno del soffitto erano già scomparsi nell'oscurità; sul suo volto invece si rifletteva il calore del fuoco, che colorava d'oro la sua barba ispida ed incolta, e la pelle del suo volto, inciso dalle rughe come un vecchio manoscritto.
Da un po' di tempo stringeva nel pugno un seme di miglio. Lo sguardo era concentrato sulla mano, ma non si sarebbe potuto indovinare i suoi pensieri, e nemmeno se stesse davvero pensando a qualcosa.
Terminò tutto ad un tratto, come se avesse inteso un segnale che a me era sfuggito. Allora aprì la mano, e gettò il seme di miglio fra le fiamme: sparì velocemente, con un sommesso crepitio, appena percettibile.
Lui nel frattempo s'era chinato, facendo cigolare le assi del pavimento. Raccolse un nuovo seme di miglio, da un sacchetto posato accanto alla sedia; lo strinse nel pugno, e cominciò a fissarlo, come aveva fatto per quello precedente, con uno sguardo perso e profondo, pensieroso ed assente.