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martedì 19 gennaio 2010

Il grido di Gesù in croce

Spina Christi
17 - Il grido di Gesù in croce

Su una grande pergamena- alta un metro per 60 cm, ingiallita da almeno cent'anni passati- erano stati graffiati dei segni di china nera, come con rabbia, ma di una lucidità tale da rasentare la follia: una tempesta di incisioni, più simile ad una scherma diabolica che alla pittura. Si sarebbe detto a prima vista che l'intero quadro fosse stato disegnato in pochi minuti, come di getto, se non fosse stato per lo studio delle armonie che reggeva la composizione, dove ogni minimo tratto di china era indispensabile e non avrebbe potuto che essere li dove il folle autore lo aveva posato.

Una croce, un flusso di grida oscure, quasi un torrente d'odio e di paure, divideva il campo del foglio; su essa il Cristo era avvolto come un soldato nel filo spinato, contorto, dilaniato dal destino che lui stesso s'era preparato. Le sue braccia erano secche, e il volto scompariva sotto i capelli, come a volerlo celare dall'odore della morte; le gambe erano ossa incapaci di muoversi, ricoperte di pelle grinzosa.

Ma il suo torace era vivo, anzi era la Vita: aperto, spalancato, come esploso, la pelle ormai divenuta schegge di rovere, le costole simili al ghigno d'un demone che non conosce altro che fame.

E lì, dove la tempesta era più intensa, lì c'era l'unica nota di colore del quadro: un piccolo globo rosso, fragile ed immutabile più sogno che materia, eppure più reale della stessa realtà.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

questo era l'ultimo, simpatico quadretto.
domani l'epilogo!

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