Spina Christi
10 - Questo è il mio sangue
Probabilmente questa composizione fu creata durante il rinascimento; le tempere in colori smorti, le terre pallide ed i verdi appassiti tracciavano sul quadro, alto circa 300 cm e largo 120, il paesaggio delle colline toscane, dove le città fortificate, assieme ai costumi delle genti, creavano un contrasto storico-geografico che solo in apparenza era anacronismo.
Su una di queste colline, la centrale e la più alta, sorgeva la croce, alta e sottile, e su essa un Cristo ugualmente esile, talmente bianco da confondersi con le nuvole del cielo retrostante, pallido come lo straccio che gli copriva il ventre.
Sopra di lui, dalle nuvole, una mano divina nel gesto di benedizione, con il pollice e l'indice e il medio protratti, spargeva una luce di oro sul figlio morente.
Eppure (e qui il rinascimentale si macchiava dello stile bizantino più intenso) dal costato del Crocefisso fuoriusciva un fiotto di sangue rosso, violento, forte; talmente rosso da tingere l'intera collina con l'amaranto del martirio. Nel rosso di quel colle - qui stava il contrasto più forte - eran disegnati, con tratti bianchi sottili ma vivi, schiere e schiere di diavoli. Su tutti, ne spiccavano sette per dimensione e imponenza: un'ingenua, ma efficace allegoria, dove tratti abnormi della fisionomia e parti del corpo animalesche ricordavano i peccati capitali. Gli altri erano più piccoli - certi minuscoli danzavano attorno ai loro condottieri, in una sorta di carnevale eterno dove nella stessa figura giacevano, in un letto di promiscuità, l'uomo, la bestia ed il divino.
Sotto, il sangue, a destra, un angelo, biondo, effeminato, dalle lunghe vesti azzurre, ed a sinistra un diavolo , nudo, cornuto e nero come la peste, reggevano un cartiglio in caratteri romani, in lingua latina: "Questo è il mio Sangue"
martedì 12 gennaio 2010
Questo è il mio sangue
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