Spina Christi
5 - Piccola vita
Un olio su tela, altezza 55 cm. per 120 di lunghezza.
Con colori crudi e slavati era dipinto un antro, freddo ed ostile. Il soffitto era basso, e l'aria torbida, come imbevuta dell'odore della morte.
Nel mezzo di questo triste grigiore c'era un rialzo, una sorta di altare di pietra, lucido e levigato; su esso era posato un corpo coperto da un lenzuolo, disteso di lato rispetto all'osservatore, ad occupare la metà centrale della lunghezza del quadro. La freddezza della composizione faceva sembrare la stanza un obitorio moderno, quasi una sala chirurgica dopo un operazione non riuscita.
Il telo che copriva il cadavere era ormai marcio, contaminato e corrotto da quel contatto immondo, da quelle ossa ricoperte di carne morta che trapelavano di sotto. Eppure tanto marciume, segno di un abbandono di mesi, non era ripugnante alla vista: muffe avevano variegato il telo, come la prima erba spunta da un prato innevato; e le macchie di sangue e pus, sapientemente disposte dal pittore, parevano i primi fiori che dona la primavera.
E benché in calce al quadro vi fosse scritto, in stampatello maiuscolo, "il corpo di Gesù 50 giorni dopo la morte", l'anonimo pittore aveva fatto spuntare, a rischiarare di speranza la gelida caverna, un fiore proprio li dove doveva essere il cuore del morto, come se fosse nato dal cadavere e da questi nutrito. E quale resurrezione più gloriosa!
giovedì 7 gennaio 2010
Piccola vita
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1 commenti:
i altri sarà meno splatter...
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