Per ingannar l'attesa fra un post e l'altro

Vi annoiate e non sapete cosa fare fra un aggiornamento e l'altro di questo blog?

Per bon?

No, veramente?

In tal caso consolatevi con i libri di Francesco Boer! Trovate tutte le info in questo sito!

WWW.F-BOER.COM





lunedì 11 gennaio 2010

Vipavski Stari Grad





Più di dieci anni fa, una domenica mattina, salimmo la collina sopra il paesino sloveno di Vipava, per visitare i resti del vecchio castello.
I ruderi sovrastavano la valle, come delle scheggie d'osso conficcate fra la vegetazione, torri di pietra possenti traforate dal vento dei secoli.
Sul sentiero trovammo una grotta con un inghiottitoio, sul fondo del quale ribolliva la corrente d'acqua del fondovalle, sangue arterioso delle forti montagne più a nord.

Salendo ulteriormente giungiemmo alle rovine; dopo una breve ispezione trovammo incisa sulla pietra d'angolo un simbolo: una coppa, come sospesa a mezz'aria, in mezzo a due angeli alati che ad essa protendevano le mani, senza toccarla.
Subito sotto era incisa una swastika- a giudicare da com'era consumata la pietra attorno all'incisione, pareva sia stata scolpita assieme alla coppa - probabilmente molto prima della seconda guerra mondiale, forse anche nel secolo passato.
Ripassammo le incisioni con un stecco annerito dal fuoco, ma ci dimenticammo - forse presi dalla stanchezza- di fotografarle.



Ieri - dieci anni più tardi - ritornammo alle stesse rovine, sopra lo stesso paese; pesanti nuvole grigie venivano di tanto in tanto trafitte da raggi di sole.
Dopo una bella camminata fra i boschi arrivammo al castello; rispetto a dieci anni fa non aveva più soltanto le mura interne e quelle esterne, ma si era aggiunto un altro giro di fortificazioni tutto attorno, anch'esse in rovina.
Cercammo l'iscrizione, e la trovammo, nello stesso punto di dieci anni fa; ma sorprendentemente l'iscrizione era cambiata!
La coppa era diventata uno scudo. Dapprima ci sembrò che sullo scudo vi fosse incisa una croce; ma ad un più attento esame il braccio superiore della croce si allargava a metà, formando un triangolo retto, i cui due lati terminavano negli angoli superiori dello scudo.
Sopra lo scudo c'erano due punte; più che una corona sembravano due denti, o due corna. Quel che doveva esser stato il gambo del calice era ormai un insieme incoerente di segni. Sotto lo scudo, alla sinistra, c'era un cerchio; sull'altro lato, alla stessa altezza, una croce.
Persino gli angeli erano spariti: era lo scudo stesso ad essere alato- ma le sue ali erano stilizzate, spigolose, taglienti - come due lame di coltello, o due elitre di cavalletta.
Non c'era la swastika, ma sopra lo scudo c'era scolpito un teschio, con le tibie incrociate - l'emblema della morte. Attorno allo scudo le lettere M e B - gli occhi e la bocca del teschio sembravano esser stati cancellati dalle intemperie.








Ripassammo le incisioni e le fotografammo, e decidemmo di tornare giù in paese.
Sulla strada del rientro, dentro i resti di quella che dev'essere stata una postazione di guardia esterna, trovammo una grossa pietra e la ribaltammo per controllare se avesse o meno iscrizioni; non ve ne trovammo alcuna, ma sotto la pietra c'era un lucido ed agile ragno nero, e una larva di cetonia, bianca e grassa.




I simboli sono di facile lettura, ed è nella natura dell'uomo che con l'età il ricettivo del calice si tramuti nella difesa di uno scudo; lo scudo protegge ciò che si ha, e il vecchio segno alchemico indicante i metalli inciso su esso è segno che questa difesa è di natura nobile, e non meschina.
Le stesse ali dello scudo rivolgono la loro minaccia verso l'esterno, come chi ha qualcosa di prezioso da proteggere (mentre era nella natura degli angeli di cercare, rivolti verso il calice!) - lo stesso si può dire della corona di denti/corni, emblema di quel potere che si risveglia nel capretto che in aprile diventa ariete.

E' inutile dilungarsi sui significati di cerchio e croce - ma è molto utile soffermarsi a meditare su essi.

Da principio mi aveva inquietato la scomparsa di quel simbolo di rinascita continua, circolare, ch'è la swastika, ed il comparire del teschio: ma grazie a Dio questo non ha nè occhi per vedere, nè bocca per divorare; le lettere M e B le leggo come Morte Buona, l'inverno della chiusura, che ha in sè la promessa della primavera - il sinonimo lineare della circolarità della croce solare.

Dieci anni fa nel calice della terra trovammo le acque profonde; ora sotto la pietra tombale della terra trovammo il ragno e la larva (e si noti quanto la cetonia, una volta adulta, assomigli al nostro scudo!): la tomba che la pietra proteggeva infatti era la terra stessa, una terra nera, grassa e fertile; a primavera la madre/ragno darà i suoi figli, e la larva diverrà un individuo adulto.
 
Entrare nel calice è come l'avvolgersi nella seta della crisalide; essere dietro lo scudo è come attendere lo schiudersi dell'uovo.

1 commenti:

gaia ha detto...

E tornarono a casa, dopo una buona "croce verde" stanchi ma felici :))

Posta un commento