('i legami')
Come temevamo, il fiume s'è fatto putrido e stagnante, la zavorra insostenibile. Sia maledetteo il destino che ci ha condotto in questa desolazione, sia maledetto.
Il Caldeo sostiene che la colpa è in noi, giacchè non sappiamo abbandonare ciò che ci fu caro. Com'è distante da noi quell'uomo!
La nostra anima è il buio più assoluto. Nella disperazione seguiamo quella luce che i nostri maestri chiamavano 'inganno'.
"E se oltre i cancelli non vi fosse niente?" - un brivido ci colse; e un sorriso segreto, misera vittoria: negare l'ignoto.
"Ho sognato di come in questa melma vi fossero nascosti ori, e ricchezze d'ogni sorta; poi ho visto le mie mani esser melma, e l'oro sfuggirmi".
Attorno a noi danza spesso la tempesta, il rombo parla con voce forte al nostro animo. E stamane il Francese salì sull'albero maestro per afferrare una saetta.
Piangiamo i suoi resti, Fratelli.
Ormai sembrava che il senso di colpa ci avesse fermato; e vedevamo già la nave affondare negli abissi.
Ma ecco, dov'era morte attorno a noi torna a fiorir la vita; e i cancelli sono passati.
martedì 23 marzo 2010
Un faro nel mare notturno - 2
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