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venerdì 15 giugno 2012

L'uomo e l'ingranaggio

L'emblema della Repubblica Italiana raffigura una stella a cinque punte sovrapposta ad una ruota dentata.


E' un emblema, e non uno stemma araldico: manca infatti l’elemento essenziale dello scudo, rendendo la raffigurazione più simile ad un logo corporativo o ad un marchio di fabbrica. E’ una rottura voluta con la tradizione, nell'ottica del pensiero proiettato al futuro, figlio o forse nipote dell'illuminismo.
La ruota dentata rappresenta il progresso ottenuto tramite il lavoro, sull’aria del noto incipit della costituzione: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La stella poi è uno dei simboli storici dell’Italia, nella sua personificazione di Italia turrita e stellata; secondo l’interpretazione riportata dallo stesso quirinale:
“La stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata associata alla personificazione dell'Italia, sul cui capo essa splende raggiante. Così fu rappresentata nell'iconografia del Risorgimento e così comparve, fino al 1890, nel grande stemma del Regno unitario (il famoso stellone); la stella caratterizzò, poi, la prima onorificenza repubblicana della ricostruzione, la Stella della Solidarietà Italiana e ancora oggi indica l'appartenenza alle Forze Armate del nostro Paese.”


Si potrebbe intravedere una parentela morfologica fra il cerchio merlato della corona turrita e il cerchio raggiato della ruota dentata, come se la prima fosse in un certo senso la madre dell’altra.
Anche la stella che le si accosta sembra esser la stessa, ma a ben vedere anche qui è intervenuta una trasformazione, che ha ridotto il numero delle punte da sei a cinque.



La stella sopra la cinta muraria richiamava la stella della sera, che portò Enea da Troia caduta alle coste italiane. Passando da sei a cinque stelle, la stella scende però dal cielo per arrivare al piano terreno. Ora la stella non è più sopra le mura, ma al centro dell’ingranaggio.
La stella a cinque punte è un simbolo sovraccarico di significati, ma fra tutti quello più vivo è il rimando all’uomo.



Nell'emblema della repubblica, la stella-uomo è sovrapposta al meccanismo, sembra quasi crocifissa su esso. Ricorda l’operaio del film Metropolis, alle prese con il macchinario che non gli dà tregua.




Non è più l’uomo ad esser servito dalle macchine, ma viceversa!

L’ingranaggio non è solo la raffigurazione del mondo del lavoro, o della tecnica: è un simbolo concreto della mancanza di volontà. Tutto ciò che è meccanico avviene automaticamente, senza l’intervento di decisioni da parte dell’uomo; un mero automa, senza coscienza o libero arbitrio.
Anche lo stemma della DDR richiama il mondo del lavoro: ma qui è il martello a farla da padrone, simbolo della volontà che muove la forza del braccio, dell’impatto che conferisce alla materia la forma concepita nella mente del fabbro.


L’ingranaggio del meccanismo non può che eseguire quello per cui è stato costruito: girare continuamente su sé stesso, dato che la sua libertà è limitata da un perno prefissato. E l’ingranaggio è anche simbolo di mancanza d’importanza rispetto al macchinario complessivo.
Anche la stella, e l’uomo che rappresenta, gira insensatamente su sé stessa, senza capire nemmeno il suo ruolo all’interno del grande meccanismo; e i tasselli dell’ingranaggio sembano denti che ne straziano la carne.