Per ingannar l'attesa fra un post e l'altro

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martedì 29 marzo 2011

Uno e Molti (arte dell'intrecciare)

L'anello di una catena è chiuso, e rigido; di contro, la catena formata da questi anelli è aperta alle estremità, ed è flessibile.

lunedì 21 marzo 2011

Quando cogliemmo la rugiada secca

Dormivo nella mia grotta, sul mio giaciglio, quando la notte fu spenta da una luce non d'uomo: in essa nove messaggeri, danze lineari e distaccate.
Mentre danzavano, accadde che la luce, e il calore in essa, bruciò tutto ciò che di organico nella grotta vi fosse, e calcinò tutto ciò che organico non era.

Si avvinghiarono attorno al mio scheletro, avvolgendomi senza quasi più distinzione, e mi trascinarono verso cieli di spirito. Come rugiada al sole evaporarono i loro vestiti e, con l'aumentar dell'altezza, la loro pelle, gli organi e persino il loro soffio vennero al nulla.

Il mio resto fu allora condotto alla Sorgente, ed essa non parlò a me, ma continuò il suo canto, ch'è eterno, immutabile eppur sempre diverso, fluente dal silenzio al silenzio.

Il divenire
Quando il mio spirito si arrese al vibrare della sorgente, vidi l'immagine di un uomo, con una sfera d'avorio nella mano destra, ed una d'ebano nella sinistra.

Azione-reazione; causa-effetto
Così mi parlò: "Quando l'Essere venne a sè stesso, creò nell'abbandono il Non Essere; ogni azione infatti è cambiamento, e se ogni cambiamento è un moto, pure non v'è moto senza conseguenza; ecco, ciò che chiamate esistenza è questo mistero.

Tempo, e sua direzione; entropia; movimento
Quando lo spettro dell'uomo ebbe allontanato fra loro le sfere (e parve ai miei occhi che nel farlo anche lui venisse diviso) potei vedere un serpente librarsi nell'aria, passando da una sfera all'altra; e nel farlo contaminava la sfera candida con gocce di quella oscura, come se il suo corpo immondo ne trascinasse l'essenza; altrettanto faceva della sfera nera, striandola di un bianco neve.
Mai però le sfere divenivano uguali: piuttosto si cristallizzavano in vortici sempre più minuti, come una curva che rasenta un limite senza mai toccarlo.
Cercai di afferrare per la testa il serpente, ma questi divenne fuoco: e la cicatrice che la mia mano porta ne è segno e memoria.

Una voce dunque mi disse: la divisione dell'uno permette il mutamento, e il tempo in esso, ma ricorda: "Quando Dio trasse dall'oscurità le stelle, egli vide che le stelle si dispersero in cerchi d'infinite sfere attorno a lui: ma sembrò alle stelle che il corpo di Dio si smembrasse, e che ognuna di esse ne ricevesse una parte. Per evitare ciò il serpente inquina le sfere; e solo il serpente sa se mai queste torneranno ad esser una".

Energia
Non so per quanto tempo rimasi ad osservare la danza del serpente: nella mia mente non c'era pensiero, l'intera mia mente era vista. E quando in questa venne a scavarsi il solco del suo cammino, lo vidi liberarsi della sua pelle, ed apparire come una scia di scintille; continuamente andavano disperdendosi, ma nessuna di esse svaniva . e pur mescolandosi alla divisione, la loro luce complessiva rimaneva sempre costante: "E', Era, Sarà".

Materia e massa
La pelle del serpente intanto era diventata simile ad un uovo, oscuro e opaco. E benchè l'uovo fosse consustanziale alle scintille (la sua oscurità era infatti un concentrarsi, un collassare di luce), in esso era rappresentato il mantenimento, laddove il brillare di fiamme era cambiamento. Perciò venne dato all'uovo un nome di Madre.

Forze e campi
Questi erano i regni dei Tetrarchi, ai quali fu dato il potere di legare, e di sciogliere.
I loro regni si sovrappongono, eppur sono distinti i loro poteri; promanano forza come una sorgente, e nella distanza si affievolisce il loro vigore.


Temperatura; struttura della materia
Grande fu la mia sorpresa quando la mia mano raccolse l'uovo, chè l'avevo stimato freddo di movimenti; e invece tutto in lui era danza, vibrazione, dall'Eterno Enorme al Momento Minuscolo.
Di nuovo e sempre, "Esistenza è Mutamento".

Chimica
Ma quell'incendio per noi ciechi è una foresta ghiacciata; ed è in quei ghiacci che fu intagliata la città-reticolo di Khem. E col passare dei secoli, nelle sue torre presero dimora i Vermi dello Spirito.

"Leggi" o le immagini che così chiamiamo
Per ore, giorni e anni la sorgente si agitò, in infinite ricombinazioni di quanto avevo già visto.
Conobbi così molti misteri, le fragili leggi che comandano il mondo della mescolanza.

Conclusione
Eppure, più si ramificavano i riflessi della sorgente, più distante mi trascinavano dalla Radice, che io cercavo.
Nella stoltezza dell'ira, nella voracità prosciugai la sorgente d'un sorso.

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Ecco, il doppio nodo, il Nous nella materia. Attraverso infiniti messaggeri (ed ogni messaggero era uno strato di degrado) mi venne detto:
"Ciò che hai visto finora sono i miei spettri che la Natura ha accolto in sè.
Dal mio soffio venne velata, e a me il velo ritorna, e quel velo è conoscenza: integrazione del Sè e dell'Altro. La Natura Vergine è infatti simile all'umano verbo "Essere" - se non viene legata da limitazioni è inconoscibile.
Fui io a gettare il seme della divisione, detto "L'Inizio"; eppure anch'io sono divisione.
Fui io a modellare le immagini che hai visto fin'ora, eppure da esse son nato.
Va', e aggioga queste astrazioni alla Vita: essa sola regna infatti il vostro mondo"

venerdì 18 marzo 2011

Sulla questione delle "Nuove anime"

Molti si chiedono se col nascere di un nuovo corpo nasca una nuova anima, o se in esso venga a dimorare un'anima preesistente; e ancora se quest'unione si consumi al comcepimento o al momento del primo respiro. Si consideri il seguente:
Ciò che noi chiamiamo "seme" di un fiore è in realtà suo figlio, un piccolo feto racchiuso; piuttosto il nome "seme" spetterebbe al polline. Tuttavia il seme di una pianta è fonte di vita nel grembo della nostra madre Terra: in essa è portatore di calore nel buio, luce nel freddo, ingravidatore, contagio di vita nella materia morta.

Bandiere

La verità è come una bandiera: la si ostenta senza sapere ch'essa si piega ad ogni vento.

martedì 15 marzo 2011

L'igiene come mania nella società

Ci sono, nella particolare congiunzione spirituale che si è venuta a formare da una decina d'anni a questa parte, delle tendenze all'inasprimento delle norme sanitarie, in particolar modo negli esercizi pubblici, accompagnate da un'insistenza sull'igiene personale inculcata da educazione e pubblicità commerciali. Non indagheremo sull'ipotesi che vi siano o meno interessi di tipo economico-politico sottostanti: se anche vi fossero resta il fatto che si può imporre qualcosa alla massa solo se in essa c'è un elemento preesistente pronto a ricevere tali imposizioni.
E davvero la mania dell'eccesso di igiene non è un elemento nuovo: nasce dall'effettivo bisogno istintivo di preservare la salute evitando possibili situazioni di contagio. Ma la troviamo, velata, anche nella storia dei popoli: nelle religioni della purezza rituale. Ricorderemo l'ebraismo, con il suo enorme numero di norme igieniche - sia mateiali che spirituali; le abluzioni dei riti dell'Islam; le purificazioni delle dottrine orientali; il battesimo cristiano.
Si potrebbero tracciare numerosi paralleli:
- fra le abluzioni prima di entrare in un tempio e l'igiene personale
- fra il tempio e il proprio corpo
- si potrebbe considerare l'igiene come il mantenimento di uno stato di isolamento, una chiusura dal mondo esterno, in cui la "sporcizia" simboleggia l'influenza del mondo esterno sulla nostra psiche- similmente si potrebbe guardare all'igiene come ad una proiezionei sul piano materiale (un esternazione, e quindi un allontanare da sè) del sentimento di "sporcizia" spirituale.

Si potrebbe andare avanti; ogni similitudine è una prospettiva diversa sul medesimo simbolo.

E' anche interessante sottolineare come vi sia una polarità psichica relativa a questi fatti: ciò che è fortemente sacro spesso confina con l'immondo, e viceversa - si veda come vengono considerati i topi e i porchi nel corso della storia nelle religioni dei vari popoli del Mediterraneo; o si pensi anche al culto del fallo, anch'esso sempre in bilico fra adorazione e ripugnanza; e come il cibo e le bevande sacre possano dare la morte a chi non è preparato a riceverli - dal sangue di bue all'eucaristia cristiana.

Finchè un simbolo è vivo, non è riconoscibile: lo può vedere solo chi è uscito dalla sua inflienza, chi è uscito dal vortice che lo trascinava.
Riguardo l'eccessiva attenzione all'igiene odierna, possiamo dire che psicologicamente è positiva in quanto fornisce una valvola di sfogo ad elementi di insoddisfazione e malessere che altrimenti potrebbero manifestarsi in maniera più distruttiva. Dubito che possano venir facilmente compresi dalla massa i motivi che causano queste manie - dubito anzi che ciò sia persino possibile. Perchè il fenomeno cessi le cause devono cessare, per altri motivi, o manifestare i loro effetti tramite altri canali.
Fino a quel momento la nostra società sarà prigioniera dell'eccesso di igiene, assieme ad altre "manie", disagi proiettati in comportamenti sociali quali la carità, il perbenismo ed altre "genuine" ipocrisie. Stabilire se ciò sia bene o male è una scelta delicata, e forse stolta.
Nei risvolti fisici invece l'eccesso di igiene non può che essere negativo: simile negli effetti ad una madre troppo premurosa che soffoca la volontà di un figlio, imprigionandolo nell'infanzia; renderà debole il corpo, incapace di affrontare ogni benchè minimo avversità.

venerdì 11 marzo 2011

Eredità

Fioriscon sulle tombe
dei soldati i gigli.

Gramigna

Furono ritrovare, in una miniera della Siberia orientale, le ossa di un demone dei tempi antichi.
Fu subito fatto portare nelle terre del tramonto e, con le arti di quel luogo, fu lì ridato alla luce (e non è difficile, per un demone, ridestarsi alla vita).
Fu così che crebbe, e devastò quei regni, prima di tornare a esser uno scheletro nella terra.

martedì 8 marzo 2011

Eresia del ritorno

Un bestemiatore annunciava nelle nostre piazze che il soffio che diede vita all'uomo era tutt'uno con la luce della distruzione, di cui parlano i nostri libri della fine.
Fu messo al rogo in quelle stesse piazze, sullo stesso fuoco che cuoce il nostro pane.

Ciò che rimane

Gli eroi diventan lapidi
ed i soldati terra.

venerdì 4 marzo 2011

Pomeriggio di maggio



Un vecchio soldato dell'Impero si riposa durante una pausa fra una battaglia e l'altra

Leggi e dimensioni

All'aumentare di dimensioni di un sistema aumenta la rigidità delle regole che lo disciplinano.

martedì 1 marzo 2011

La "storia" personale - predestinazione e predisposizione

Sembra esserci a livello inconscio, in ogni uomo, un'idea di sè stessi, che condiziona la vita e le scelte dell'individuo.
Può esserci, per esempio, colui che ha un'immagine di sè come di un uomo giusto, ma che viene tradito dagli altri: egli accrescerà a dismisura, a livello di percezione interna, ogni minimo screzio con gli altri, chiudendo gli occhi sule proprie responsabilità e sui propri errori - ciò, si badi bene, sempre non coscientemente.
Oppure ancora vi potrebbe essere colui che ha l'immagine di sè come di un uomo che viene abbandonato da tutti: costui sorvolerà, quasi non se ne accorgesse, sulle amicizie e sulle manifestazioni di affetto nei suoi confronti, ed eleverà piuttosto ad emblema ogni caso che gli fornisca un pretesto per confermare le sue idee; ciò sempre nella buona fede della coscienza.
Dunque questa immagine agisce da filtro, se non da distorsione, nel passaggio fra mondo esterno e psiche; ma anche come condizionamento all'interno: come una spinta inconscia a compiere azioni che in superfice sono mirate ad uno scopo, ma che "incidentalmente" portano poi ad una situazione confacente alla predisposizione.
E' normale, ed in un certo senso persino giusto, che una simile coazione venga vissuta come forza esterna: sfortuna, destino, karma, provvidenza, volontà divina, daimon...
C'è da dire inoltre che, trovandosi esterna alla coscienza, essa ha un influsso maggiore sulle persone meno "differenziate", meno distaccate dal mondo inconscio, con un'individualità meno sviluppata; viceversa, sarà minore nelle persone più autocoscienti -tenendo sempre presente tuttavia i casi in cui la differenziazione è in realtà uno sviluppo "forzato" e in cui l'inconscio, invece di essere integrato alla coscienza, fa da contraltare compensatorio, agendo come contro-forza rispetto alla coscienza: in tal caso la forza dell'immagine sarà maggiore.
Anche per questo l'immagine di sè traspare più potentenmente nella psiche degli anziani, di coloro che intraprendono il "viaggio del ritorno" dopo aver raggiunto l'apice della propria vita.
Sull'origine e il formarsi di tali immagini posso solo fare ipotesi - la causa principale pare trovarsi in esperienze infantili vissute molto profondamente, le quali lasciano un segno sugli anni futuri, un'incisione accentuata dall'abitudine.
Tale cicatrice formerà così una predisposizione associativa che interpreta e si sovrappone al mondo esterno: si può definire quindi una sorta di controparte individuale di ciò che gli archetipi junghiani sono nell'inconscio collettivo.