Per possedere Europa, Zeus aveva preso le sembianze di un toro bianco, ma lei gli resistette. Zeus infine si tramutò in aquila, e sotto questa forma violentò Europa.
Il toro sa essere forte e fiero, ma le fiamme del suo temperamento sono tenute a bada dall'essere vicino alla terra. E' la terra a renderlo mansueto: il toro la ama, e in cambio lei le dona la pace, quella pace piena che non è semplice armistizio, ma il dolce silenzio che segue l'appagamento delle brame.
Il toro sa essere forte e fiero, ma le fiamme del suo temperamento sono tenute a bada dall'essere vicino alla terra. E' la terra a renderlo mansueto: il toro la ama, e in cambio lei le dona la pace, quella pace piena che non è semplice armistizio, ma il dolce silenzio che segue l'appagamento delle brame.
L'aquila invece è insaziabile, è posseduta da una voracità crudele ed irrefrenabile, proprio perchè se ne sta nei cieli più alti e distanti. L'aquila sceglie le sue prede con fredda precisione, e piomba loro addosso con la freddezza chirurgica di un calcolo che non ammette errore.
La nobiltà del toro sta proprio nell'umiltà, quell'umiltà che manca alla sprezzante e superba aquila. Ma - crudelta del destino! - è proprio questa mancanza a decretare la vittoria dell'aquila e a far soccombere il toro.
Alla fine, Europa non si concede al toro, ma cede alla forza dell'aquila.
Alla fine, Europa non si concede al toro, ma cede alla forza dell'aquila.
Quante volte ancora dovrà avverarsi questa profezia? Quante aquile hanno posseduto con la forza Europa, e quante ancora violenteranno il suo corpo?
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