Nella parola "razionalità" è implicito il ferimento ad un confronto fra almeno due entità.
Per questo uno "scopo ultimo" non può essere razionale: perchè uno scopo lo è solo se è utile ad un altro fine - se è un mezzo per qualcos'altro. Il fine della catena è dunque, per forza, irrazionale.
L'uomo ha un sostrato biologico; per questo non è possibile applicare logiche ferree e razionalistiche al suo agire ed essere. Anche da questo viene il fallire di sistemi sociali utopici e/o totalitari.
Tutto ciò che esiste, per lo meno in campo biologico, psicologico e sociologico, ha un suo fine, una sua motivazione - e questo non per un finalismo innato ma, se non altro, per una selezione di stampo darwiniano operata nel tempo: ciò che non svolge un compito, e ciò che non raggiunge uno scopo, viene nei secoli eliminato in quanto spreco di risorse.
Perciò è pericoloso eliminare elementi solo in vase a ragionamenti o sequenze logiche: c'è spesso, per non dir sempre, un'utilità nascosta. Un ottimo esempio è la sopressione prematura di 'superstizioni', religioni e credenze da parte di una mentalità illuministica: ne abbiamo avuto in cambio la nevrosi dell'uomo moderno, e forse anche la sua perdita di direzione e di senso.
Infatti non si possono forzare simili cessazioni: al massimo si può rischiare di trasferire gli elementi sopressi in altre manifestazioni.
martedì 22 febbraio 2011
Alcune considerazioni sulla razionalità
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