Per ingannar l'attesa fra un post e l'altro

Vi annoiate e non sapete cosa fare fra un aggiornamento e l'altro di questo blog?

Per bon?

No, veramente?

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martedì 15 settembre 2015

Intesse reti con le sue parole, e intrappola il pensiero come se fosse un passero. Lo chiude in libri stretti come gabbie, dove cantando muore di languore.

venerdì 17 luglio 2015


«Non devi più nasconderti dietro ad un velo, devi essere te stessa, devi essere libera» - e mentre lo diceva, strappava ad uno ad uno i petali della rosa.

Presentimento





"Non posso contestare la condanna: la mia sentenza è troppo indefinita. Eppure il mio verdetto è certo, e mai potrò scansarlo. A che mi giova la vaga conoscenza d'una minaccia che ci sovrasta tutti? Vorrei aver soltanto sentimenti vivi, e mai scorgere l'ombra che sporca l'orizzonte."

Siamo soliti catalogare l'esistenza in due categorie nettamente distinte e del tutto irriconciliabili - reale e irreale. Ma sarebbe forse più corretto ripensare questo giudizio secondo una scala graduale che passa da un opposto all'altro con mille sfumature.

Prendiamo ad esempio alcune delle tessere del nostro grande mosaico: un aumento di capitale di una società per azioni, un'autostrada, un pezzo di pane, il ricordo d'una giornata passata al mare coi nonni durante l'infanzia. Tutti sono reali, ma con gradazioni diverse; nell'elenco proposto li troviamo ordinati secondo una realtà crescente, un grado di esistenza via via più genuino, una verità sempre più vera.
Un contratto di lavoro non è reale come un'amicizia sincera, ed un bacio è molto più reale di un debito in banca; un sogno può essere molto più reale di una legge dello stato. Ripensare la realtà in queste categorie può aiutarci a scampare i legacci di tanti feticci della vita moderna, che pur essendo innegabilmente reali hanno la consistenza dell'illusione e il sapore della schiavitù.

sabato 4 luglio 2015

Sacrificio

«E' un racconto ambientato nella Vienna di inizio Novecento, nei circoli artistici della Secessione. C'è un omicidio, ma la polizia imperiale non riesce a concludere nulla, e in breve archivia il caso. Così le indagini vengono continuate clandestinamente da due amici della vittima: uno scultore ed un pittore. Si tratta di una coppia mal assortita: il primo è un ribelle, disprezza le autorità e vorrebbe di buon grado veder bruciare il vecchio mondo della stanca Europa; il secondo invece è il pigro erede di una ricca famiglia borghese, che colma con il suo piccolo patrimonio la sua lacuna di talento.»
«Sono sicuro che è un testo interessante, signor Boer, ma non penso possa funzionare nel mercato editoriale di oggi. Un’ambientazione storica, un omicidio, una strana coppia di detective... Vede, di libri così ce ne sono già a migliaia, basta entrare in qualsiasi supermercato e ne troverà a dozzine!»
«Lei è un uomo attento al profitto, e fa bene. Ma si fidi di me: l’originalità non paga. Il pubblico non vuole novità a cui non è abituato. Ha presente i bimbi? Vogliono sentire la stessa fiaba ogni sera, e si infuriano se gli si cambia una parola. Sono capaci di riguardare lo stesso cartone animato per centinaia di volte! Gli adulti non sono diversi: credono di desiderare la novità, ma il cambiamento è gradito soltanto se si ferma alla superficie. Dietro le apparenze, anch’essi vogliono sentirsi raccontare sempre la stessa storia.»
«Forse ha ragione. Abbiamo già un paio di racconti simili nel nostro catalogo, e devo dire che hanno venduto bene. E’ passato un bel po’ di tempo da quando abbiamo pubblicato l’ultimo libro di questo genere, e potremmo anche considerare una nuova uscita... Ma mi dica, come prosegue la storia?»
«Pian piano si scopre che in un modo o nell’altro nell’omicidio sono coinvolti tutti gli artisti del circolo della vittima, e tramite loro anche molte famiglie dell’alta società. E’ per prevenire uno scandalo, infatti, che la polizia si era fermata.
Il pittore è convinto che si tratti di un rito perverso, forse di una vittima sacrificale in una messa satanica. Ma la verità è ben diversa! L’artista è stato fatto uccidere per colmare la noia: tutti i coinvolti sono amanti della letteratura noir, e volevano divertirsi seguendo le strampalate indagini dell’improbabile coppia.
Si intende che anche lo scultore è un complice: egli è incaricato di scrivere il resoconto delle ricerche quotidiane, ed intrattiene così il suo crudele pubblico, come in un romanzo a puntate.»
«Una trama complessa...»
«Qui viene il bello: a questo punto si scopre che il libro che il lettore ha in mano è formato proprio dai resoconti giornalieri dello scultore. L’intero testo diventa così una riflessione sul genere noir, sul misterioso ed oscuro motivo per cui tante persone siano affascinate dalla morte violenta, dall’assassino. E’ come se in fondo al cuore l’uomo avesse un inconfessato desiderio di sangue, come se la vita fosse vuota senza un omicidio. Pensi, già nella Genesi c’è l’episodio primordiale in cui Caino...»
«Si, vabbè, ho capito. Poi come finisce la storia?»
«Il pittore è sul punto di scoprire la congiura, ma proprio in quel momento avviene l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo. Scoppia la guerra, e l’indagine termina perchè i due detective vengono richiamati nell’esercito.»
«Ma che razza di finale è?»
«Se ci pensa, è un lieto fine: le famiglie hanno un nuovo assassinio a cui rivolgere le loro morbose attenzioni, e lo scultore può godersi la vista del grande incendio che distrugge la stanca civiltà. Come capirà, si tratta di due esiti strettamente collegati fra loro.»

«Non credo di capire, mi sembra una storia un po’ incompiuta. Passerò il manoscritto al nostro comitato di lettura, e poi le farò sapere; ma le consiglierei fin d’ora di modificare la conclusione. Sarà anche vero che il pubblico gode ossessivamente del delitto, ma si ricordi che il lettore ha anche bisogno di additare un colpevole, per potersi così scagionare!»

mercoledì 15 aprile 2015



"Odiavamo il vecchio feudatario, e fummo noi a soffiare sul fuoco del rancore popolare, sperando che la chiassosa libertà portasse poi ad una giustizia più elevata. Ma poi abbiamo visto coi nostri stessi occhi il grossolano odio della rivolta contadina, la fame di distruzione fine a sè stessa, il cieco desiderio di rovesciare ogni cosa, livellando nello stesso pantano sia l'ingiustizia che la bellezza o le conquiste dello spirito.
Ah! La rivoluzione è il lusso della gioventù. L'esperienza degli anni toglie senza alcuna pietà la convinzione di essere nel giusto."