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venerdì 5 febbraio 2010

Storielle Grottesche - 4

Un tempo le acque che si trovano in quella che ora viene chiamata “piana dei veleni” non davano, come ora fanno, la morte a chi vi cade: raccontano anzi i nostri vecchi che in esse v’era nascosto una sorte di miracolo, che lavava il corpo e l’anima di tutte le ferite, e i dolori, e le ombre.

Vennero dapprima usate soltanto dalle popolazioni che abitavano lì attorno; poi, con la costruzione delle grandi strade dell’Impero, iniziarono ad accogliere le genti di paesi sempre più distanti, che giungevano attirati dalla certezza della cura.

Sarà stato per il troppo lavoro, o per il diavolo sa cosa, ma pian piano le acque iniziarono a perdere la loro efficacia; alcune malelingue sostenevano che non solo non facessero bene alcuno, ma che anzi dessero un leggero dolore.

Eppure lo stesso continuarono ad esser sempre affollate, da povere persone spinte dalla speranza: continuarono ad esserlo, finchè un giorno un vecchio, immergendosi, trovò in esse la morte.

Fu detto al tempo che nessuna purificazione più grande potesse esservi: ma il cadavere dell’anziano iniziò a marcire a vista d’occhio, e la sua pelle morta si ricoprì di ferite, come se su di lui si fosse scaricato il fardello che era stato tolto a tanti altri; da allora nessuno volle più bagnarsi nelle acque, e chi ora, dei temerari che attraversano la valle, vi cade per sbaglio, subisce la stessa, orribile sorte, se non peggiore.

1 commenti:

can sboldro ha detto...

se fè i bravi sta domenica posto 'la simpatica sintesi del colore rosso'

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