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venerdì 28 maggio 2010

Un figlio dell'uomo

Viveva un tempo un filosofo dedito alla ricerca del più bello dei fiori. Ardua, e forse vana era la sua ricerca; e col tempo il suo cuore fu preso dallo sgomento nel vedere la primavera sfiorire.
Fu così che, deluso dall'irregolarità e transitorietà del mondo, decise di ricercare le radici immutevoli ed eterne della realtà.
Studiò per anni sotto la guida di un maestro, praticando una via di privazioni sensoriali e astinenza sessuale.
Dopo anni di sforzi riuscì nell'intento: e quale fu la sua delusione! La forma eterna di ogni cosa era infatti magnifica, eppur noiosa: chè il fatto che fosse senza difetti stancava lo sguardo, e lasciava insoddisfatta la mente.
Spinto dal Maestro, giunse a condensare tutte le immagini in un punto, ch'era l'immaginie immutabile della Realtà: un punto immobile, luminosissimo, ma pur sempre un punto, immobile e noioso.
Da quel giorno abbandonò gli studi, e passò il resto del suo tempo con le prostitute a far l'amore nei prati in fiore.

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