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martedì 11 maggio 2010

Goethia

Sogno 1.- in cui l'iniziato intraprende il cammino della crudele rinuncia; di come venga smembrato dal boia, e come questi disponga dei suoi resti

Pel tempo d'una luna
avea la decision tenuta immota
ed immutata, come stretta dai ghiacci
di volontà nutrita da ingordigia,
di fame di saper ciò ch'è proibito.

Gl'era da sferza, e sprone, e giogo
la brama di predare i regni antichi,
mettere a sacco gli ori di chi è morto,
di imprigionare fra le mani il vento
che fila dalle labbra dei defunti,
con cui s'intessono i stendardi dei regnanti.

Decise dunque un giorno,
e l'primo passo mosse.
D'ogni sua possessione fece un rogo,
la casa dei suoi avi, l'antica biblioteca,
le rose del giardino, gli specchi e gli orologi,
i suoi vestiti e tutti i suoi averi,
i suoi compagni, il suo casato,
la donna ch'egli amava-
tutto dal fuoco fu trasformato in fuoco.

Solo salvò dal rosso della fine
l'oro bastante ad assoldare il boia,
perchè facesse del suo corpo inerme
ciò che si fa coi petali d'un fiore.

Partendo dalle unghie,
e avanti ormai senza ritorno,
pezzo per pezzo inesorabile
per poi dare alle fiamme
o al mare o agli avvoltoi,
ai denti delle tombe
o a fuochi più taglienti e più segreti,
i brani del cadavere,
secondo ciò ch'è simbolo alla loro natura


Sogno 2.- in cui ciò ch'è tolto viene restituito, nella sua vera forma; della potenza della chiave, e delle tentazioni ch'essa comporta; della rettitudine dell'iniziato, anch'essa tentazione ben più subdola e forte


Al suo risveglio egli trovò sè stesso
completamente igudo e denutrito
tremante di vergogna,
la pelle secca e tesa fra ossa fragili,
eppur ogni appetito gli era morto,
e gli era solitudine compagnia.

Stringeva fra le mani
un'affilata chiave,
bianca, rosso-dorata,
fragile forgiata d'ossa,
dall'intrecciar di carne e vene decorata,
presa da pulsazioni come colpi d'un maglio,
e il mantice respira e fa più nere
le fiamme di speranza disperata.

Era minuscola, fredda ed eterna,
viscida e nobile,
promessa mancata ed al contempo
taciuta gratitudine.

Benchè sembrasse immobile
girava intorno ad assi
piantati con la forza
nell'anima e lo spirito
da un dio crudele e ironico.

E si levarono miriadi di voci,
da dentro e fuori del suo cuore.
"Cavati gli occhi, con quella chiave!
Trafiggiti, o fanne spada, o scettro,
inghiottila divorala, spezzala, adorala!
Domina con essa i demoni,
guida legioni immense!
Fa degli spettri servi,
piega nazioni intere al tuo volere!

Ma ad altre tentazioni
egli volse l'suo ambire,
e a quei vili consigli diede sdegno:
le mani sue tremarono in offerta,
immesero la chiave
nella sorgente oscura,
fredda di morte, nera.
Rese l'ultimo respiro mentre la vedeva affondare e scomparire.


Sogno 3.- in cui la brama senza posa ha ricompensa

Al suo risveglio non si spalancò nessuna porta:
egli aveva scommesso, e perso tutto quanto.
Diede tutto sè stesso, non eppe niente in cambio:
ecco il Regno dei Morti.

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