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martedì 4 settembre 2012

Tempo, vento e convinzioni


Il decorso di un rovesciamento
La corrosiva corrente del tempo non conosce sosta: prima intacca, poi rovina, infine ribalta. Non c'è cosa che gli sfugga, nemmeno quelle più solide ed apparentemente eterne; neppure le idee!
Siamo talmente ancorati alle nostre convinzioni da ritenerle immutabili; ma la loro durata di vita in genere non supera un paio di secoli. In casi molto rari raggiungono età millenarie, ma non per questo la loro durata è illimitata.

Il processo con cui le convinzioni vacillano ed affondano è straordinariamente costante; possiamo articolarne le fasi come segue.

1. L'idea è condivisa da chiunque. E' talmente ben stabilita da non sembrare nemmeno un'idea: è piuttosto un fatto, un aspetto evidente della realtà. Nessuno è contrario all'idea, nessuno nemmeno concepisce la possibilità di pensare diversamente. Pensare contrariamente sarebbe un palese errore, un'assurdità insensata, come potrebbe esserlo negare la forza di gravità.

2. L'idea comincia ad incrinarsi appena, ma rimane comunque forte e diffusissima. Alcuni individui cominciano ad osteggiarla: sono persone più intelligenti della media, o forse soltanto più sensibili.
Queste prime sentinelle del ribaltamento rimangono invariabilmente isolate, e la loro voce rimane inascoltata.
La maggioranza rimane attaccata alla consuetudine, e si difende dal cambiamento, che teme come traumatico e disastroso. Reagiscono anche aggressivamente, ma mancando il segno: di fatto non contrastano il cambiamento, ma si accaniscono soltanto contro i profeti che lo annunciano.

3. La fine dell'idea comincia ad intravedersi. Dapprima pochi, poi sempre più persone, iniziano a seguire le dottrine eretiche, cristallizzandosi attorno alle posizioni di quelli che furono i primi annunciatori del ribaltamento.
Come se fosse all'opera una forza magnetica, più gente aderisce alla nuova idea, e sempre più altre persone vengono attirate nella loro orbita.

4. La popolazione è spaccata in due: una parte vuole frenare il cambiamento, sostenendo che è un errore, l'inizio della fine; l'altra invece acclama a gran voce la venuta del nuovo, per sostituire il vecchio ormai da gettar via.

5. Ormai quella che fu l'idea imperante è divenuta l'opinione della minoranza. Gli stessi che un tempo avversavano il cambiamento, ora si ergono a paladini della nuova idea, forti dell'appoggio della maggior parte della gente, fustigando senza pietà chi comunque la pensa ancora alla vecchia maniera.

6. La nuova idea è condivisa da chiunque, e nessuno più la pensa alla vecchia maniera: non avrebbe nemmeno senso, sarebbe un palese errore. Alla fine, siamo tornati al punto 1, solo in maniera simmetrica.


Topografia della morale

Assegnare al cambiamento le etichette di "bene" o "male" è un giudizio legato al tempo ed al proprio schieramento in un dato momento in uno dei due lati del ribaltamento.
"Bene" è la propria idea di appartenenza, "male" quella degli altri.
Nella visione d'insieme, "bene" è l'idea di maggioranza.


Alcuni esempi
A. La schiavitù è passata da un idea accettata ad un male da condannare. E' facile oggi riconoscere che la schiavitù non è un bene: è facile, perché ormai tutti la pensano così.
Ma quando invece era un sistema stabilito e riconosciuto da tutti, ben pochi la trattavano come se fosse una cosa maligna ed inumana!

B. Nei tempi passati l'omosessualità è stata osteggiata e ripudiata dalla società; ora invece viene sempre più riconosciuta ed accettata, ed al contrario si osteggiano atteggiamenti omofobi o di semplice chiusura.
Viene spontaneo dire che questo processo è un bene, un bel segnale di progresso e di civiltà.
Ma se voi sareste nati e cresciuti cent'anni fa, vedere lo stato attuale probabilmente vi avrebbe fatto rizzare i capelli dallo sconcerto!
Lo stesso succederebbe senz'altro se vi capitasse di venir catapultati di cent'anni nel futuro.
Fate attenzione: di solito si ritiene che i cambiamenti che hanno portato fino allo stato corrente siano il "progresso"; ma eventuali altri cambiamenti che conducono al futuro vengono interpretati come "degenerazione".
Il cambiamento non è una scala che porta sempre più vicina al bene, ma puro e semplice mutamento. Siamo noi che, con un punto di vista limitato e incentrato su noi stessi, siamo convinti di essere il culmine del progresso, il punto più alto di una scala ascendente che porta fino a qui.
Lo stesso vale anche nei confronti delle altre culture: quelle più rigide della nostra ci appaiono come arretrate ed eccessivamente ristrette; ma non per questo quelle più disinibite ci sembrano più avanzate!
Al contrario, ci sembrano troppo lascive, immorali.
In maniera egoista, la pietra di paragone siamo noi stessi; noi siamo automaticamente nel giusto, e tutto ciò che si discosta è sbagliato per un motivo o per l'altro.

C. Rispetto all'anno mille, il potere della Chiesa Cattolica è andato progressivamente scemando, con una particolare accelerazione negli ultimi cinquant'anni. Di conseguenza, sempre più voci si levano contro la Chiesa.
Non è la loro opinione contraria ad indebolire la Chiesa, ma è l'indebolimento della Chiesa a permettere e richiamare la protesta.
Non sono predatori che attaccano una preda, ma avvoltoi che sentono il puzzolente richiamo di un cadavere.
E' facile, troppo facile unirsi adesso al carrozzone dei ribelli dell'ultima ora, quando ormai si è già raggiunta la quinta fase!
Il termine "ribelle" è qui usurpato: spetterebbe piuttosto alla persona che avesse avuto la forza ed il coraggio di ribellarsi alla Chiesa nell'anno mille.


Significato della suscettibilità
E' degno di nota che già il solo fatto di considerare come relativo il valore di un idea consolidata possa sembrare un attacco contro la stessa.
Gli esempi non sono scelti a caso, ma rappresentano alcune delle idee su cui la popolazione è più sensibile, dato che il loro insediamento è ancora in fase di assestamento.
Sono certo che i più sensibili, leggendo questi pochi esempi, avranno letto fra le righe le infamanti colpe di razzismo, omofobia o bigotteria. Accuse dello stesso tipo si potrebbero collezionare se si sfiorasse in modo simile argomenti come il femminismo, o la libertà d'espressione, o i diritti umani.
Il vero senso di questa reazione è da ricercarsi in una necessità dell'animo umano di professare la propria idea, al fine di ricercare tramite l'ostentazione quella sicurezza intima che lo spirito ancora non ha raggiunto.
Non è superfluo ripetere che in questa sede non si esprime un'opinione, ma al limite una meta-opinione, un opinione sulle opinioni stesse. Vale la pena ripeterlo: ogni opinione è per definizione basata su un punto di vista personale, e quest'ultima è pesantemente influenzata dalle correnti di pensiero dominanti in un dato luogo e periodo.


Rapporti fra realtà materiale e simbolo
E' davvero il tempo a far cedere un'idea, lasciando spazio al cambiamento? O è il cambiamento a sostituire la vecchia idea, segnando col suo corso il fluire del tempo?
E' una domanda senza senso. I cambiamenti materiali sono lo strumento con cui avvengono i cambiamenti dell'idea; ma se l'idea non fosse pronta per cambiare, non ci sarebbero strumenti materiali di sorta in grado di scardinarla!


L'utilità del male
Nella quinta fase la fine dell'idea è ormai prossima e certa, ma c'è ancora qualcuno che si ostina a rimanerle fedele.
Gli esempi sono rari, ma ben noti: le ultime guardie che rimangono al servizio del re anche dopo che è stato condannato a morte, oppure coloro che continuano a pregare gli dèi dei padri anche quando tutti si sono convertiti alla nuova religione.
Il loro è un esempio di coerenza o soltanto ottuso immobilismo? Rimangono convinti della propria idea, o è solo paura di accettare il cambiamento?
La maggioranza li odia, perché sono la testimonianza vivente del passato che ora tutti hanno rinnegato, ma che un tempo abbracciavano ciecamente; ed anche l'idea dominante, che ora è salda e sicura, un tempo è stata la follia di una minoranza di reietti, come lo sono ora loro.
E proprio qui sta il loro valore: un monito evidente che le opinioni umane si piegano docilmente ed inconsapevolmente, assecondando di volta in volta la direzione del vento del tempo.
Anche quelle che ci sono più care; anzi, forse soprattutto quelle.

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