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martedì 12 aprile 2011

Una Rosa

Il poeta passeggiava con un amico per un sentiero che tagliava a mezzacosta la montagna, cingendo i pascoli appena al di sopra del limite del bosco.
Giunto nei pressi d'un rudere di una vecchia stalla, si bloccò come impietrito, rapito in estasi; ma il suo sguardo era dolce e presente: guardava una rosa damascena con commozione e languore. Il suo amico iniziò a declamare versi, sia antichi che di sua invenzione, in onore della rosa selvatica; ma il poeta lo interruppe, quasi nemmeno lo stesse ascoltando, e annunciò felice che avrebbe sposato la rosa.

Il matrimonio del poeta e della rosa fu arrangiato per quella sera stessa: vi presero parte i pochi, veri amici del poeta e molti curiosi del villaggio e dei villaggi vicini; in rappresentanza della famiglia della sposa molti fiori furono portati dai campi ad ornare sontuosamente il fienile in cui si svolgeva la festa.
Il poeta rise e bevette molto, cantò canti d'amore e danzò con la sua rosa: tutti si rallegravano con lui di questo scherzo gioioso ed originale, e le donne invidiavano la rosa che aveva un marito che conosceva cos' bene l'amore.
Ma col proseguire della serata, quando i primi ospiti iniziavano a prendere congedo, già si poteva scorgere un velo di malinconia dietro il bel sorriso del poeta.
E i pochi amici che gli restarono vicino fino a notte tarda raccontano di come egli abbia pianto disperatamente fino al mattino, stringendo fra le mani una rosa avvizzita.

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