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giovedì 13 gennaio 2011

Opera Circolare






Scegli una notte senza luna, e recati nel punto più profondo del bosco, il centro in cui nacque l'albero che diede vita a tutti gli altri della foresta.
Fra l'intreccio delle sue radici cresce un fiore giallo luminoso, detto fiore di San Martino.
Recidilo alla base dello stelo con un falcetto in selce.


Getta immediatamente il cadavere del fiore in una tomba di vetro; bagnalo con la Nostra Rugiada e una goccia di sangue del tuo dito anulare, quindi chiudi il sepolcro e sigillalo con la terra.
Scalda per l'intera notte e per l'intero giorno seguente l'ampolla, su fuoco a soffio tenue. Nel vaso resterà soltanto un liquido d'un caldo color giallo; prendi allora il vaso e lascialo ancora chiuso, in un armadio buio e fresco, lontano dai rumori.
Dopo tredici giorni dal liquido coagulato nascerà un verme bianco e cieco. Divorerà la terra che lo ha fatto nascere;

non disturbarlo e dopo un giorno inizierà a tessersi un bozzolo.
Dopo altri tredici giorni dal mistero della seta sorgerà una brillante farfalla color dell'oro. Non aprire la bottiglia, perchè la farfalla è uno spirito che ha in sè tutto il necessario per la propria vita, che pur dura soltanto un giorno. Ella infatti è ciò che chiamiamo il Nostro Magnete.
Andrai quella notte stessa in un campo dalla terra nera ben fertile; accosta lo spirito, ancora chiuso nel vetro, al terreno. La luce intensamente pura della farfalla attirerà a sè i frammenti di luce giacenti nella terra, come un faro guida e richiama le navi perse nel mare durante una bufera notturna, come la nostalgia riporta il


vagabondo alla patria che aveva ormai scordato.





La luce si condenserà nella bottiglia, comprimendosi al punto da formare un piccolo uovo d'oro, delle dimensioni d'un uovo di merlo; essendo in forma stabile potrai maneggiarlo liberamente, spezzando la bottiglia di vetro per estrarlo.
Essendo ora sia la terra che la notte prive di luce, non sussisterà più divisione fra esse. Ti parlerà allora uno spirito nero, una forma di donna nerissima, la sua pelle il buio più assoluto; cercherà, con la paura o con la seduzione, di rubare la luce che ora possiedi contro natura.
Offrile con la mano destra un giglio rosso e bianco, che avrai avuto cura di procurarti; con la mano sinistra trafiggile il cuore con una lancia





d'argento.
Prima che renda il respiro cospargi il suo corpo con l'Aceto, non l'aceto normale, del popolo, ma quello amaro e doloroso dei Saggi. Il corpo della donnasi scioglierò allora in un nero e denso inchiostro; evita assolutamente di toccarlo, perchè è talmente sottile che oltre a tingere indelebilmente la pelle macchia anche senza rimedio l'anima.
Serviti d'un piccolo paiolo in rame per raccogliere una piccola quantità di quella fuliggine liquida





in un calamaio di vetro, dal tappo d'argento; attendi che il sorgere dell'alba faccia svanire la nera melassa, badando che non fugga prima, contamininando i fiumi o portando la morte ai villaggi.
Ogni giorno darai in pasto all'Uovo una goccia del liquido nero. Dapprima ne trarrà giovamento e vigore, aumentando in dimensioni e luminosità; col tempo però si ammalerà come di malinconia, forse di nostalgia. Si farà sempre più piccolo e venato, fino a farsi minuscolo, simile a un piccolo seme di marmo.
Attendi ancora una volta una notte di luna nuova, e recati nel punto più profondo del bosco, il centro in cui nacque l'albero che diede vita a tutti gli


altri della foresta ed affida all'intreccio delle sue radici il seme.
Non vivrai per veder il compimento della propria Opera: il seme rimane in gestazione nella terra del bosco sino a cent'anni prima di risvegliarsi. Ma all'alba di una radiosa primavera dei secoli venturi spunterà finalmente il germoglio del fiore di San Martino.









Nota del copista
Lo stolto chiederà forse a che vale intraprendere una fatica che trova la sua conclusione al punto iniziale: "non sarebbe bastato lasciar il fiore lì dov'era, senza strapparlo?".
Eppure si farebbe bene a meditare su questo punto. Perchè la morte e le nascite, e non la vita eterna? Quando il sole compie un giro intorno alla terra, cosè cambiato nel tempo di un giorno? Il cerchio delle stagioni torna costantemente sui suoi passi, ma quanto cambia l'uomo ogni anno?
Nella folle storia del fiore di San Martino il campo viene derubato della luce e finanche dell'oscurità, in favore del padre del bosco; ma passati cent'anni, come son tornati luce ed oscurità ai campi?

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